lunedì 11 novembre 2019

Andrea Camilleri: lo scrittore italiano più popolare ci ha lasciati. Buon viaggio Maestro!



Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma capire è un lusso che non tutti possono permettersi.

Andrea Camilleri



Un talento straordinario, legato profondamente alla sua amata terra: la Sicilia. Nato a Porto Empedocle (1925) in provincia di Agrigento nella beata Valle dei Templi patrimonio dell’Unesco, ha insegnato all’Accademia nazionale d’arte drammatica, oltre a essere scrittore, sceneggiatore e regista. Amato profondamente dai siciliani e non, è stato nominato nel 2016 cittadino onorario della stessa città. A volte si pensa: Chissà se e vero che, all’epilogo di una vita, non si abbia paura della morte. Al contrario di un altro personaggio recentemente scomparso, Franco Zeffirelli, che pochi mesi prima ammetteva con grande serenità di temere il giorno in cui non avrebbe più “goduto della bellezza della vita”, Andrea Camilleri spiegava: “Non ho paura di niente, neanche della morte, e non ho alcun rimpianto”. Era convinto di non trovare nulla in un’altra vita e di essere dimenticato come lo sono stati scrittori molto più grandi. “Credo nell’umanità e ho fiducia nell’uomo”, questo è il messaggio più bello che Andrea Camilleri ha affidato a un piccolo libretto-breviario che assume il valore di un nobile testamento in forma di lunga lettera dedicato a una sua piccola pronipote. Una vita per la cultura, Camilleri ha attraversato con passo colto, ironico e gentile la storia italiana tra XX e XXI secolo, rimanendo sempre lucido e attuale. Camilleri è stato un intellettuale capace di mettere in connessione l’uno con l’altro i mezzi di comunicazione rivolti al grande pubblico unendo, con agilità e padronanza, teatro, televisione (tra cui il celebre commissario Montalbano, con 34 film tv realizzati al 2019), cinema e soprattutto letteratura, con oltre cento libri pubblicati. Andrea Camilleri è stato un intellettuale totale. All’inizio della sua carriera, tra gli anni ’50 e ’70, coniuga in primis teatro e televisione, lavorando a Roma in Rai sotto la direzione di Ettore Bernabei, ma anche come docente al Centro sperimentale di cinematografia e all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. E proprio alla Silvio D’Amico negli anni Ottanta ha come allievo un giovane Luca Zingaretti, che poi sceglierà con Carlo Degli Esposti negli anni ’90 per dare volto alla sua creatura letteraria Salvo Montalbano. Alla scrittura Andrea Camilleri arriva relativamente “tardi”, solo nel 1978, ma in neanche una manciata di decenni scrive oltre cento romanzi, alternando racconti storici nella sua Sicilia con opere di finzione; ancora, pagine di taglio teatrale con dialoghi folgoranti ma soprattutto romanzi gialli polizieschi, con cui riscrive le regole del genere letterario con un uso innovativo del dialetto: Il commissario Montalbano. Oltre a essere pubblicati in Italia da Elvira Sellerio e tradotti in moltissimi Paesi nel mondo, i romanzi sul mitico commissario Salvo Montalbano sono diventati un seguitissimo ciclo di film Tv realizzati da Palomar e Rai Uno. E proprio nel 2019 ricorrono i 20 anni dalla prima messa in onda, dal primo titolo girato Il ladro di merendine. In totale in questi due decenni sono stati realizzati 34 film Tv, di cui 24 adattamenti da libri e 10 dai racconti, con un crescendo di ascolti record sino al picco del 2018, con 12 milioni di spettatori e oltre il 44% di share. Considerando inoltre le repliche che hanno impegnato 190 prime serate su Rai Uno, Il Commissario Montalbano è stato visto da oltre un miliardo di spettatori in questi anni. Infine, Montalbano è divenuto un fenomeno globale, esportato negli Stati Uniti, in Australia, Asia, America Latina e in tutta Europa, compresa l’Inghilterra, con la Bbc (Inspector Montalbano). In particolare, con le sue storie siciliane su Montalbano, Camilleri ha fatto conoscere al grande pubblico la Sicilia fuori dagli stereotipi, raccontando l’isola nella sua complessità, poesia e problematicità. La lingua che ha adottato, poi, è un unicum nell’universo narrativo, difficile all’inizio da comprendere, ma che avvolge progressivamente e conquista per i suoi straordinari sapori lessicali. Andrea Camilleri è un autore che lascia un vasto patrimonio culturale e civile da affidare alle giovani generazioni. E l’auspicio è che lo scrittore siciliano sia studiato sui banchi di scuola, perché ha saputo innovare lo stile letterario contemporaneo ma soprattutto fare memoria sociale. Proprio nel suo recente monologo Conversazione su Tiresia, portato al cinema e in Tv per la regia di Roberto Andò, Andrea Camilleri ha toccato pagine oscure del nostro recente passato, componendo uno spettacolo emozionante dove arte e cultura si fanno terreno d’incontro, di speranza; memoria del passato ma anche traccia luminosa verso il futuro. Un futuro dove Camilleri brilla tra i grandi intellettuali del nostro Paese. Il successo di Camilleri ha superato letteralmente i confini del pianeta: allo scrittore nel 2017 è persino stato dedicato un asteroide, il 204816 Andreacamilleri. Nel 2003 è stato nominato Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.



 Riconoscimenti
  • Nel 1997, con il libro Il cane di terracotta, ha vinto l'XI edizione del Premio Letterario Chianti
  • Nel 2003 ha ricevuto il Premio Vittorio De Sica nella sezione Cultura; il 20 gennaio dello stesso anno aveva già ottenuto il Premio letterario Racalmare Leonardo Sciascia per tutta la sua produzione letteraria.
  • Nel 2008 ha vinto il Premio Internacional de Novela Negra col romanzo giallo in lingua spagnola La muerte de Amalia Sacerdote[.
  • Nel 2009, con il libro La danza del gabbiano, ha vinto la XXVI edizione del Premio Letterario Cesare Pavese
  • Nel 2009 ha ricevuto l'Alabarda d’oro per la letteratura, Premio "Città di Trieste".
  • Nel 2010 ha ricevuto il Premio letterario Piero Chiara alla carriera.
  • Nel 2011 viene insignito del Premio Fondazione Il Campiello.
  • Nel 2014 ha ricevuto a Barcellona il IX Premio intitolato a Pepe Carvalho, il protagonista dei gialli dello scrittore spagnolo Manuel Vàzquez Montalbàn, dal cui cognome Camilleri ha tratto quello del suo commissario.
  • Nell'aprile del 2018 è stato proclamato Professore Emerito Honoris Causa all'Università di Roma Tor Vergata.


La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, per prestigio e fama letteraria, ma soprattutto perché nell’ultimo periodo è stata una delle poche voci limpide che ha dato corpo alla nostra coscienza, evitando che questa potesse essere definitivamente risucchiata nel vortice di una quotidianità che sembra aver smarrito qualsiasi senso di pietà. La sua voce roca rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo, così come una delle sue ultime frasi più frequenti: Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio “cunto”, passare tra il pubblico con la coppola in mano.